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Fiaccolata per Navalny, in piazza a Roma esponenti di tutte le forze politiche

2024-02-20 18 Dailymotion

Roma, 20 feb. (askanews) - C'erano davvero tutte le forze politiche alla fiaccolata organizzata nella serata di lunedì 19 febbraio 2024 a Roma in memoria di Aleksej Navalny, il dissidente russo, principale oppositore di Putin, morto in carcere, in Siberia, il 16 febbraio in circostanze ancora non del tutto chiarite.La manifestazione bipartisan è stata organizzata su iniziativa di Azione di Carlo Calenda"Sono contento che tutte le forze politiche siano qua, non è una cosa comune per l'Italia. È un segnale importante di solidarietà per chi muore per la libertà. Sono dissidenti russi e sono anche ucraini, io sarò in Ucraina il 24 cioè l'anniversario dell'invasione. Combattono per la libertà che è un valore universale, non è un valore limitato al Paese per cui si combatte e noi siamo qui per questa ragione".Migliaia di persone, attivisti, politici e rappresentanti di associazioni umanitarie e delle istituzioni, tra cui il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri hanno raggiunto piazza del Campidoglio per ricordare Navalny e dimostrare la propria solidarietà alla sua famiglia che ora cerca giustizia, in difesa dei principi di democrazia e libertà.Così la segretaria del Pd, Elly Schlein."Siamo convinti che bisogna alzare la voce contro un regime che uccide la libertà, uccide il dissenso - ha detto - ci sono chiare responsabilità politiche dietro la morte di Nava risalgono a regime russo risalgono a Vladimir Putin".Non sono mancate, tuttavia, le contestazioni con accusa di ipocrisia, in particolare contro gli esponenti della Lega per le manifestazioni di simpatia per il presidente russo Vladimir Putin espresse più volte in passato dal leader del Carroccio, Matteo Salvini. Dissenso al quale il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo ha contrapposto queste parole."L'ipocrisia - ha detto - è di quelli che si dichiarano verbalmente liberali e democratici ma che vorrebbero vietare la presenza della Lega a un corteo come quello di oggi. Questi sì che hanno delle radici che affondano nel totalitarismo, magari più moderato, più gentile ma pur sempre totalitarismo".