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Lily Gladstone torna con "Fancy Dance", dramma familiare sui nativi americani

2024-06-28 32 Dailymotion

Roma, 28 giu. (askanews) - Lily Gladstone, prima attrice nativa americana nominata agli Oscar per "Killers of the flower moon" di Martin Scorsese, protagonista di "Fancy Dance", film presentato allo scorso Sundance e ora disponibile su Apple TV+, debutto alla regia di Erica Tremblay, anche lei nativa americana.

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Il titolo si riferisce al nome di una danza popolare dei nativi americani che viene eseguita soprattutto in occasione di grandi raduni chiamati powwows. Il film è un dramma familiare intenso, una sorta di road movie sulla protagonista Jax che da quando è scomparsa la sorella si prende cura della nipote Roki nella riserva della nazione Seneca-Cayuga in Oklahoma.

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Insieme si mettono in viaggio per ritrovarla in tempo per la celebrazione. Una ricerca che farà emergere anche la realtà delle tribù indigene, il ruolo delle donne e la complessità del mondo che viene raccontato. Al centro del film, dice l'attrice, c'è anche l'Oklahoma, che è il Paese degli indiani. "Sì, credo che la percezione che ha gran parte del mondo, perché molti media si formano sulle coste americane, è che l'America centrale sia un luogo molto conservatore, oppressivo e difficile, e in molti posti è vero, è così" ha spiegato Lily Gladstone; "ma c'è molto dell'America centrale che rappresenta una storia molto più variegata e profonda di quanto credo molte persone si rendano conto. Come si può vedere in alcuni momenti di questo film, è spesso un luogo ostile per la diversità all'interno di questa colonna del Midwest, in quest'area così vicina al confine tra Texas e Messico".

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Il film si sofferma sul legame zia-nipote, in particolare nelle scene in cui Roki diventa una donna. "È un momento in cui bisogna fermarsi, si deve dedicare del tempo a questo bellissimo momento della vita di sua nipote, in cui vorrebbe che sua madre fosse presente, ma è sua responsabilità farlo, essere la zia che la guida, essere la donna della sua vita che la guida in questo momento che non avrà mai più".

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Una zia che trova soluzioni come farebbe una madre, arrangiandosi in un contesto di sopravvivenza, come può. "Racimolando quello che si può, con quello che ha, perché è così che si sopravvive. È stato bello vivere questo momento. Inoltre, dimostra che non c'è nulla di cui vergognarsi nel ciclo di una donna. È qualcosa di incredibilmente potente e poi quel momento è molto, molto divertente".

(Intervista di Eva Carducci)