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Ruoppolo Teleacras - Borsellino e le tante verità

2012-12-13 1 Dailymotion

I servizi di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento ( http://www.facebook.com/#!/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538 ) del 18 e 20 luglio 2009. La strage di via D' Amelio contro il giudice Paolo Borsellino e la scorta, la trattativa tra Mafia e Stato, il "papello", Vito e Massimo Ciancimino, i Servizi segreti deviati, le dichiarazioni di Totò Riina.
Ecco i testi:
In occasione del 17esimo anniversario della strage di via D' Amelio si solleva lo spettro di un fantasma. Sarebbe quasi una entità che si materializza, frutto dei Servizi segreti deviati. I magistrati delle Procure di Palermo e Caltanissetta, e adesso anche la Commissione nazionale antimafia, inseguono uno 007. Sarebbe un Agente segreto, che spesso avrebbe bussato alla porta di casa di Vito Ciancimino. Così come Bernardo Provenzano, che al citofono di Ciancimino si presentava come " l' ingegnere Lo Verde " . Adesso il figlio dell' ex sindaco di Palermo, Massimo Ciancimino, conferma la presenza inquietante e ricorrente del personaggio al momento occulto, ed ai magistrati indica anche i numeri telefonici di due Agenti segreti, uno è Carlo e l' altro è Franco, che avrebbero incontrato il padre. Infatti, la lista degli 007 presunti deviati sarebbe scritta in un' agenda di Vito Ciancimino. Nel frattempo, lo stesso Massimo Ciancimino avrebbe consegnato il "Papello" , custodito nella cassaforte della casa del padre " e che nessuno - ha sottolineato il figlio - ha mai perquisito " . Sarebbe il foglio che avrebbe scritto Totò Riina, tra le stragi del 92 e del 93. Le richieste del Capo dei Capi per trattare la pace con lo Stato. L' esistenza dello 007 "eminenza grigia" sarebbe stata confermata dal confidente Luigi Ilardo, ucciso nel 95, ed anche da un testimone, dall' identità segreta, secondo cui l' Agente sarebbe stato vicino alla Villa dell' Addaura poco prima che ignoti piazzassero il tritolo sugli scogli da dove Giovanni Falcone si sarebbe tuffato a mare.
" Lo ammazzarono loro ". Totò Riina parla per la prima volta dopo il 15 gennaio del 1993, il giorno dell' arresto. Il Capo dei Capi si confida con il suo avvocato, Luca Cianferoni, nel carcere di Opera. " Paolo Borsellino lo hanno ucciso loro. Io non sono stato soggetto ma oggetto della trattativa. Ha trattato Vito Ciancimino, per conto suo e per i suoi affari, insieme ai Carabinieri. Sopra la mia testa. Io non ho scritto nessun papello. Sono pronto alla perizia calligrafica. E già nel 2005 ho chiesto ai Giudici, ma inutilmente, che fosse ascoltato Massimo Ciancimino ". Ecco il messaggio del boss di Corleone che sottolinea: " nessun obiettivo, non rivendico nulla, nessuna mediazione, per me non cambia niente. Però Borsellino l' ammazzarono loro. Non guardate sempre e solo me. Guardatevi dentro anche voi ". Poi un altro sassolino salta fuori dalla scarpa di Riina, che ripete di essere stato strumento della trattativa ed ancora tramite il suo avvocato domanda: " come mai il Ministro degli Interni dell' epoca, Mancino, già una settimana prima è stato a conoscenza della mia cattura ? ". Riina non crede che Bernardo Provenzano lo abbia venduto. Poi, i Servizi segreti deviati, il loro presunto ruolo nella strage Borsellino, ed altra domanda di Riina : " perchè dopo l' esplosione di via D' Amelio è stato cancellato tutto il traffico telefonico in entrata ed in uscita del castello Utvegio, su Montepellegrino ? ". Nel frattempo, così come conferma il Procuratore Capo di Caltanissetta, Sergio Lari, si procede lungo due nuove piste di indagine. La prima è che Borsellino sia stato a conoscenza della trattativa tra mafia e Stato e che avesse tentato di impedirla, e quindi sarebbe stato ucciso. La seconda è che la stessa trattativa si sia arenata e che, di conseguenza, Totò Riina abbia accelerato l'esecuzione della strage contro Borsellino per costringere lo Stato a patteggiare la resa. Dunque, emergono possibili, se non addirittura probabili, rapporti tra Cosa nostra e settori deviati dello Stato. Poi a domanda Sergio Lari risponde: " il papello ? Ciancimino non ce l'ha dato, se ce lo vuole consegnare siamo qui. Certo non possiamo torturarlo per averlo ".